Lo in Cina 3
Ottobre 2025
Foto
Indietro
Diario
Lo in Cina per la terza volta! Viaggio pessimo in Air China che si guadagna abbondantemente la palma della peggiore compagnia aerea, ma almeno si riesce un po' a dormire e per fortuna il jet lag non sara' un problema. Ben presto si arriva a Pechino dove Xiao Wang, uno studente che ha appena preso il PhD a Oxford e' incaricato di raccogliere lo storditissimo Lo. Povero, avra' ben altro da fare, soprattutto alle 6 di mattina! Ma e' gentilissimo ed ha studiato la parte con cura: invece di mettere un cartello con il nome di Lo, lo riconosce confrontando la sua faccia con una foto scaricata da Internet. Prestazione veramente notevole: si sara' studiato con cura tutte le belle facce dei milioni di passeggeri in arrivo? Certo Lo spicca per la sua belta' e quindi e' facile riconoscerlo, ma comunque... Saliamo sul taxi e via verso l'albergo distante piu' di un'ora di taxi che costa meno di 20 euri. Nuovamente Lo vede che le macchine sono molto belle (alcune mai viste in occidente): la Cina e' chiaramente un posto molto ricco. L'albergo lo conferma: e' un palazzone in mezzo a mille altri ma e' di un lusso incredibile: stanze enorme foderate di marmo multicolorato con un bagno grande come il soggiorno di Lo, la sola doccia e' grande come la cucina. Xiao si accomiata (povero, sara' andato a dormire) e Lo riesce ad accedere a internet (qui non funzionerebbe neanche google, ma il suo solito tunnel ssh buca quasi qualunque firewall) e si studia con cura le possibilita': le cose che non aveva visto l'altra volta e, soprattutto scopre che si puo' girare in metropolitana pagando con la carta di credito. Lo cambia 20 euri in contanti all'albergo e riceve ben 170 soldi cinesi e scoprira' che il suo potere d'acquisto e' notevolissimo. Fotografa il cartello della stazione della metropolitana dell'albergo: non sia mai che non riesca a ritrovarlo: come farebbe perso in una metropoli di 23 milioni di persone?!? Piu' di un terzo della popolazione italiana nella sola Pechino (una ventina di linee della metropolitana con treni ogni 2-3 minuti). Partenza! Di corsa al tempio del cielo dove scopre che oggi e' chiuso (lunedi'), ma si puo' girare per il bellissimo parco e vedere alcune delle strutture esterne al muro di cinta piu' interno. E' pieno di ragazze molto carine vestite da principesse cinesi antiche che si fanno le fotografie a vicenda. Fiori coloratissimi e antichi alberi fanno da contorno a pagode e strutture cinesi. Sui tetti dalle sbrilluccicanti tegole verdi sono disposti dei draghetti sugli angoli: Moster spieghera' che piu' draghetti ci sono, piu' la persona e' importante: solo l'imperatore puo' avere ben 7 draghetti. Una bimba entra in fibrillazione: c'e' uno scoiattolo che si arrampica sull'albero! Dietro al muro di cinta si intravede il bellissimo tempio con una torre svettante. In rientro, cambiando metropolitana, Lo scopre che si trova vicino a piazza Tianammen, e decide improvvidamente di provare a ri-visitarla. Non sia mai: dopo la fila scopre che bisogna prenotarsi via internet (ma poi provera' inutilmente a capire come si fa) e non lo fanno entrare. Prima di rientrare in metropolitana, Lo fa un giro sui bastioni esterni della citta' proibita (anche questa chiusa per lunedi') e di nuovo vede un sacco di ragazze (e anche vecchiette) tutte in ghingheri con vestiti tradizionali che passeggiano, si fanno fare le foto e si divertono un sacco ad essere belle. Dopo una passeggiata di un paio di anni luce e mezzo, Lo riprende la metropolitana. Destinazione summer palace. Pero' ad un cambio linea metropolitana, si fa nuovamente distrarre e, invece di rientrare nella metropolitana prova ad arrivare al military museum che pare sia a poca distanza. In realta' si fa un paio di anni luce, ma anche questo e' chiuso per lunedi'. E' un imponentissimo palazzone sovietico sovrastato da una stellona dorata in cima ad una torre che sembra essere stata presa in prestito dall'unione sovietica. Il tutto presieduto da marzialissimi impettiti soldati e da arcigne guardie in borghese che sembrano agenti speciali. L'imponente atmosfera marziale pero' e' completamente rovinata da un paio di aquiloni che sembrano essere attaccati all'alta torre: un sistema aereo di comunicazione, oppure il megasupergeneralissimo che si diverte dalla finestra del suo ufficio?! Lo vede un negozio Lawson (tipico giapponese!) ed entra alla ricerca dei famosi panini ipersoffici giapponesi che sono molto buoni. Vittoria! Ce n'e' uno al cioccolato buonissimo e Lo si dispiace di averne preso uno solo, che peraltro costava meno di un euro. Rientro in metropolitana e via al summer palace, anche questo chiuso per lunedi', ma di nuovo si riesce ad entrare nel parco che e' molto bello. Lo gira fino a notte inoltrata: si parte con una scalinata in mezzo a costruzioni tipiche cinesi. I cartelli esplicativi spiegano tutti in tono accusatorio che ciascun edificio era stato distrutto dagli inglesi nel 1800 ma poi e' stato recentemente ricostruito. Il complesso e' molto bello, ma la parte migliore deve ancora venire: dopo essere salito in cima alla collina (dove occhieggia una enorme torre che pero' Lo potra' visitare solo un paio di giorni dopo), si scende dall'altra parte: in fondo alla discesa tra gli alberi si intravede un enorme lago, bordato da un elegantissimo bordo-lago costellato di elegantissimi padiglioni, archi e lunghe passeggiate coperte da eleganti tetti di legno colorato. In mezzo ai cortili lastricati, su degli imponenti pedestalli, sono esposte delle enormi pietrone tutte rugose: sono decorative! Anche se al gretto Lo sembrano dei sassi qualunque. In mezzo ad un enorme cortile troneggia una mezza montagna che (apparentemente) e' la pietra da cortile piu' grossa di tutta la Cina! Il cartello spiega che, mentre la trasportavano al palazzo dell'imperatore, erano finiti i soldi e l'avevano dovuta abbandonare in un bosco a meta' strada, fino a trovare i fondi per completare il viaggio. Stranissimo che nessuno si sia portato via questo splendido macigno di pietra delle dimensioni di un autoarticolato e mezzo, eppure deve ben essere prezioso. In lontananza (molto lontananza) si intravede un'isola legata alla terraferma da un lungo ponte di pietra pedonale. Nonostante l'incipiente distacco della pianta dei piedi, Lo si incammina di buona lena ed e' presto sull'elegantissimo ponte, armato da arcigni ed elegantissimi leoni di pietra. Si gode il tramonto che illumina le lontane pagode, i palazzi sulla collina e gli eleganti padiglioni di una elegantissima luce dorata. Gli verra' spiegato (troppo tardi, purtroppo) che il famoso ponte e' il tramonto migliore di Pechino perche' i suoi archi diventano dorati: lo stolido Lo non si accorge di niente. Ormai i piedi sono consumati fino al malleolo ed e' arrivato il momento di rientrare in albergo. Lo si avvia per tornare da dove era venuto, ma si perde nel buio della montagna e decide di prendere la metropolitana ad un'altra stazione che raggiunge in mezzo ad una torma di turisti (praticamente tutti cinesi) visibilmente felici di una bella giornata al parco. Finalmente in albergo, Lo nota un robottone a rotelle che si aggira per i corridoi e chiama l'ascensore per farsi portare da un piano all'altro. Pare serva a fare consegne nelle stanze. Lo si imbottisce di melatonina e dorme come un ghiro: evviva! Il giorno dopo, la sala delle conferenze rivela uno schermo a led delle dimensioni di un campo da calcio. Mai vista una cosa simile, neanche al concerto degli U2 e gli speakers si danno grandi arie da rock stars. Accade la conference photo: c'e' una specie di direttore d'orchestra che dirige tutti i numerosissimi partecipanti su un'impalcatura da cinque piani appositamente preparata: gli "importantissimi" ospiti stranieri devono sedersi su eleganti sedie bianche. Argh: ci sono delle sedie vuote, e quindi alcuni sprovvedutissimi studentelli vengono promossi sul campo per riempirle ed evitare l'asimmetria. L'unico altro italiano (Saro) si era portato dietro lo zainetto con dentro il preziosissimo passaporto, ma rischierebbe di rovinare la foto e il fotografo glielo sottrae abilmente mentre Saro guarda sgomento il suo passaporto involarsi e tutti si mettono a ridere. La sera succede la conference dinner: i partecipanti piu' importanti vengono disposti secondo un imprescindibile ordine in vari tavoli rotondi con in mezzo un enorme disco di vetro su una pedana rotante. Portate su portate di ogni tipo vengono disposte sul disco e ognuno pesca con i bastoncini le varie pietanze. Si va dai licheni neri bolliti alle meduse al pinzimonio, e moltre altre delicatezze. Alcuni cibi sono anche buoni, altri sono commestibili. Gli altri giorni si mangia al ricchissimo buffet enorme, dove la gente puo' scegliere tra dozzine e dozzine di piatti. Lo preferisce il pesce crudo (tonno, salmone e qualcosa che forse e' trota) condito con salsa di soia, alcune pallette di pane riempite di verdure molto buone, e la frutta tropicale stranissima. Si parte dal melone e anguria, ma poi c'e' un uva gigante molto gustosa, delle pseudo-melette microscopiche, degli strani frutti a scaglie con un enorme nocciolo (chissa' cos'e'?!) molto buono e delle specie di kiwi bianchi invece che verdi. Per fortuna, la tradizione cinese vuole che ognuno possa scegliere cosa mangiare. La sera successiva, Lo non riesce a scappare alle grinfie della gentilissima segretaria Yikun che, armata di due (due!) studentelli di scorta, si offre di accompagnare Lo. Si decide di andare a visitare lo huton suggerito da Moster: si tratta di un quartiere comunale dove tutti i servizi (inclusi i cessi) sono in comune e, se ti scappa a meta' notte, devi andare fino al bagno pubblico. E' una modalita' abitativa molto comune a Pechino e anche in altri posti nel nord della Cina, anche se la gente pare preferirebbe vivere in quegli anonimi enormi palazzoni (dove, pero', magari hanno il bagno in casa!). Gentilissimi, i tre cinesi non hanno il coraggio di dire a Lo che e' un'idea malsana perche' lo huton scelto si trova proprio in pieno centro e siamo in piena ora di punta con circa dieci alla 200 persone sulla strada e un traffico glaciale, nel senso che procede di un paio di nanometri tra un'era glaciale e la successiva. Passiamo vicino alla famosa torre della televisione di Pechino e dopo un viaggio durato un eone o due, arriviamo finalmente. Subito ci si prospetta un negozietto di stampe, timbri e calligrafia. Lo e' un po' scettico e sente puzza di trappola per turisti, ma Yikun insiste, a ragione! Ci accoglie un vecchietto cinese che sembra uscito da un catalogo di antichi imperatori cinesi con barbetta caprigna grigia che ci mostra orgogliosissimo le sue calligrafie, fatte con uno stile molto particolare. In una vetrinetta ci mostra i timbri che sembrano intagliati nella pietra e alle pareti troneggiano delle bellissime stampe. Un vero artista di altri tempi. Cerca di impressionarci sciorinando l'elenco dei dignitari che hanno visitato il suo negozio, tra cui spicca nientepopodimeno che il primo ministro della slovenia! Ci saluta amichevole e entriamo nel negozio di fronte che vende pennelli per calligrafia. C'e' anche una tavoletta per provare e Lo si dimostra totalmente incompetente a ricopiare i caratteri cinesi, chissa' come mai. Gli altri negozi sono meno interessanti e quelli si' che sono trappole da turisti. Quindi i nostri si aggirano per lo huton cercando di vedere qualche autoctono in pigiama che si dirige a uno dei tanti cessi pubblici che costellano il quartiere. Ogni tanto si aprono dei bui cortili pieni di ogni possibile materiale.. Yikun si incarica di organizzare il ristorante e finiamo in un posto elegantissimo poco fuori lo huton e a due passi da piazza Tianammen. Lo, ovviamente, si offre di pagare la cena per tutti, ma Yikun insiste che siamo ospiti di Li You, il professore della Tsinghua university che ha invitato Lo. Qui sono tutti ospitalissimi! Mangiamo anguille con verdure, quadratini di manzo con peperoncino, tofu dolce con gamberetti e zucca dolce fritta in pastella. Tutto sorprendentemente abbastanza buono e non troppo unto. In mezzo al ristorante, uno stagno coperto di nebbia artificiale e bordato di canne di bambu'. Facciamo due passi nel quartiere li' intorno ed e' un posto da turisti, pieno di negozi da turisti, sotto un enorme edificio che e' l'accesso piu' meridionale della citta' proibita che e' ben lontana! Un enorme drago che sputa vapore campeggia in un negozio di braccialetti "d'acciaio" che vengono facilmente malleati a martellate e fusi con una specie di fornello a gas (un "acciaio" un po' sospetto, diciamo). Proviamo ad entrare a Tianammen che e' li' vicino, ma a piedi sembra impossibile, quindi Yikun ha la brillante idea di chiedere al tassista di passarci in mezzo e quindi Lo puo' prendersi la rivincita contro i soldati che l'hanno rimbalzato il giorno precedente. In mezzo alla piazza c'e' un enorme cesto di fiori delle dimensioni di un paio di pianeti: c'e' appena stata una festa pubblica. Passiamo davanti un lunghissimo e imponentissimo muro di cinta: la residenza dei chairmen cinesi. Il tassista fa qualche commento chiaramente acido sul potere di questi ultimi che Yikun traduce ridendo. Ora il traffico si e' azzerato e rientriamo vittoriosi all'albergo. La prima sessione del giorno dopo non e' particolarmente interessante e Lo tenta il colpo di mano: andare a visitare il museo aereospaziale poco distante. Arriva baldanzoso e speranzoso all'ingresso dell'universita' che lo ospita, ma sbatte contro il muro burocratico/autoritario cinese: niente da fare, non si puo' entrare se non si ha un invito di qualche professore, gli spiega l'arrogante poliziotto di guardia in squillante cinese. Per fortuna una ragazza intercede e cerca di spiegare che Lo vuole solo visitare il museo. Scoprira' piu' tardi che questa e' l'universita' militare, e quindi forse e' un bene che sia stato rimbalzato, ma Lo ci rimane male. Sara' per la prossima volta (e ce n'e' uno ancora piu' grande piu' a sud). Il giorno dopo una conferenziera gentilissima si da' da fare e Lo si ritrova il permesso per la visita. Anche Yikun si mobilita e Lo si trova un secondo permesso, ma purtroppo non riuscira' ad andare. Per oggi ci si consola andando al summer palace. Stavolta e' aperto e, dopo aver scalato nuovamente la montagna, sceso dalla parte opposta e aver risalito i gradini fino all'orbita di Marte, puo' visitare la torre che aveva visto solo da lontano un paio di giorni prima. Molto elegante con dentro un'enorme statua di Buddha di bronzo. Turisti in evidente colpo apoplettico arrivano ansimanti in cima alla ripidissima gradinata. Di fronte ad un elegante padiglione c'e' un bellissimo drago (che Lo scoprira' che si chiama Lon in cinese) e alle finestre del padiglione ci sono gli elegantissimi e polverosissimi regali di nozze dell'imperatrice. Vasi, statue, ventagli e schermi colorati. Un enorme leone di pietra con la zampa su una sfera fa la guardia all'ingresso. Un cinesino balla il Tai Chi in un padiglione, perso nei suoi pensieri. Il giorno dopo la fine della conferenza, Lo ha un raro momento di grande ispirazione (forse grazie al fatto di essere molto rilassato nello spettacolare albergo?) e ne approfitta per fare alcuni calcoli, invece di riprovare ad andare al museo aereospaziale. Vabbe', in fondo e' qui per lavoro (e tutte le sue spese sono state interamente coperte dagli ospitalissimi cinesi). Alle 1030 arriva l'efficientissima Yikun che deve trasferire Lo e Peter all'universita' di Tsinghua (forse la piu' prestigiosa della Cina) dove dobbiamo dare un seminario nel pomeriggio. Ci accoglie ospitalissimo Li You, il prof. che ha invitato Lo e che e' molto in gamba. Illustra orgoglioso il nuovissimo edificio del dipartimento di fisica e ci porta in giro a visitare i suoi laboratori. Ha un gruppo di 12 studenti di dottorato e 4 postdoc, niente male! Il suo assistente ci fa vedere un vechio laboratorio dove prendono con pinzette ottiche (optical tweezers) singoli atomi di rubidio e li dispongono in file ordinate. Arriva disperato lo studentello che segue l'esperimento che teme che noi tocchiamo qualcosa dei delicatissimi apparati che riempiono il tavolo ottico. L'assistente di Li You ci confessa che ha spento l'illuminazione UV e che non avrebbe dovuto farlo! Di corsa andiamo a mangiare alla mensa dei professori che e' spettacolare, luminosa e senza fila. Lo sospira a pensare all'affollatissima mensa Cravino di Pavia dove bisogna fare una fila di un paio di anni luce in mezzo ad una bolgia da girone infernale dantesco. Dopo il seminario, Lo viene preso in carico nuovamente da Xiao e da una gentile e allegra studentessa che lo devono portare in taxi al ristorante dove Li You e Peter ci raggiungeranno dopo il seminario di Peter. Evidentemente hanno deciso che a Lo interessa piu' visitare il tempio a fianco del ristorante del seminario di Peter. Il tempio e' purtroppo chiuso e si puo' ammirare solo da fuori una elegante torre bianca, ma la studentessa non si perde d'animo e tira fuori dal cilindro un altro tempio a 200 m di distanza che e' veramente molto bello. Xiao viene lasciato al ristorante a fare la guardia al tavolo e gli altri si dirigono decisi. Lei si impunta a voler pagare il biglietto di ingresso anche per Lo e non c'e' verso. In questo tempio vengono custoditi i nomi dei 188 imperatori "buoni", mentre la ventina di imperatori "cattivi" (hanno creato caos nel loro regno, hanno scatenato guerre o altre cose brutte) vengono evidentemente condannati all'oblio. Il tempio e' enorme con tutta una lunga serie di pagode, cancelli ed edifici cinesi. Come al solito in questi palazzi, c'e' un sentiero centrale lastricato di marmo che poteva essere usato solo ed esclusivamente dall'imperatore. Nell'edificio centrale, una mezza dozzina di altari mostrano delle tavolette rosse con i famosi nomi. Alcuni altari hanno molti nomi, altre solo pochi, chissa' in base a cosa? Davanti agli altari delle strane scatole contengono statue di teste di animali (mucca, ariete, maiale) con una rossissima fascia rossa che gli copre gli occhi. Sul lato ci sono vari strumenti musicali stranissimi: una specie di asse di legno con delle corde e un catafalco pieno di campane. Evidentemente vengono usati per le cerimonie importanti. Fuori ci sono delle torri con dentro enormi statue di pietra. Rappresentano un mostro tartarughiforme che pare sia uno dei figli di Lon il drago. I mostri hanno sulla schiena delle enormi stele e nuotano nel mare. Ai 4 angoli del mare ci sono degli animali marini (diversi per ogni statua) molto carini: pesci, granchi, gamberetti, tartarughe. Curiosamente una stele non ha scritto sopra niente, le altre hanno indecifrabili poemi in cinese. La studentessa azzarda che forse la stele in bianco serve a ricordare che non bisogna cercare di indovinare i pensieri dell'imperatore. Le statue sono molto belle e le steli hanno sui bordi degli eleganti Lon. In uno degli edifici ci sono dei reperti archeologici (e alcune riproduzioni) molto belli: un bellissimo cavallo al galoppo di bronzo sta pestando (o volando?) un uccello stilizzato. Bisogna ora tornare al ristorante dove sono arrivati gli altri della comitiva. Il ristorante e' molto elegante ed e' dentro un altro huton. All'ingresso ha uno stagno molto elegante ed e' pieno di stranissimi gatti con manto multicolorato. Si tratta del famoso "hot pot" che e' una specie di fornelletto a olio sotto una pentola di rame piena di brodo dove bisogna intingere vari cibi, cronometrare quanto tenerli, e poi mangiarli. In mezzo alla cena arriva un cantante dell'opera di Pechino con una barba finta e inscena una canzone che sembra i rantoli di qualcuno a cui vengono estirpate le unghie con le tenaglie. Pare sia una performance estremamente raffinata e tradizionale, sara'... Ci sono vari stili: il vecchio (quello che vediamo noi), la giovane, e altri tre. Subito dopo la sceneggiata, l'attore si aggira tra i commensali per fare le foto e prendere i complimenti. Ogni ora c'e' un bis. Ma alla seconda ora, appena finita la canzone tradizionale, parte musica durissima da discoteca senza soluzione di continuita'. E' un acrobata che palleggia una serie di bottiglie molotov accese e alla fine le spegne mettendosele in bocca! Conclude la performance spruzzando benzina in tutto il cortile e poi accendendo una serie di scintilline che fa roteare vorticosamente. Ovviamente la benzina prende fuoco e lui si trova in mezzo alle fiamme. Tutti i commensali applaudono ammirati. Torniamo al tavolo a continuare a intingere vari cibi nel brodo. Si va dalla carne di manzo allo stomaco di vacca, alle meduse, varie verdure e funghetti, carne di maiale, conchiglie, etc. Ad un certo punto si avvicina uno chef con un banchetto di legno e un affilatissimo coltello. Con estrema attenzione taglia un pezzo di pecora che pare sia veramente pregiatissimo. Arriva un'altra prelibatezza rara: un cetriolo di mare. Pare che, per renderlo commestibile, richieda un processo molto particolare ed e' un cibo costosissimo. "Commestibile" e' piu' un'aspirazione che un dato di fatto, visto che sembra di masticare un tocco di grasso di foca insapore. Boh... Dopo aver intinto il cibo nel brodo per un tempo variabile (a seconda di cosa si intinge), bisogna infilarlo in una salsetta di noccioline molto buona prima di mangiare. Si fanno numerosi brindisi con un superalcolico che sembra costituito da alcol 100% aromatizzato alla cimice. Ovviamente pare sia una incredibile raffinatezza, ma il grettissimo Lo non capisce niente. Finita la cena ci si dirige per un escursione turistica al villaggio olimpico. E' arrivata una brezzolina siberiana e i nostri eroi congelano delicatamente al microkelvin mentre passeggiano tra improbabili strutture: delle altissime torri coperte di pannelli di led con animazioni multicolorate, il famosissimo stadio a nido di rondine e lo stadio di nuoto a forma di cubetti di ghiaccio. C'e' un enorme vialone pedonale dove ogni 100 metri c'e' un gruppetto di cinesi che allegramente balla musica tecno o altro (pare che ballare sia il passatempo piu' di moda ora). Alcuni sono organizzatissimi e si sono portati pure le luci psichedeliche da discoteca molto elaborate. Un vecchietto sta ballando scatenato, completamente perso nel momento e, quando si accorge che Lo lo sta guardando basito, gli stacca un generoso sorriso sdentato. E' ora di andare in aereoporto. Lo assicura che ce la puo' fare, ma niente: Xiao gli viene appioppato e lo segue fino alla security per rassicurarsi che non si perda. Al gate succede l'incontro piu' strano mai sentito: Lo incontra il suo amico/collaboratore svizzero Matteo Fadel che e' li' per caso con la sua fidanzata che Lo aveva conosciuto ad un'altra conferenza. Certo non ci saranno molti voli diretti Pechino-Milano, ma e' ben strano incontrare per caso qualcuno conosciuto a migliaia di km da casa. Il volo stavolta scorre via tranquillo e Lo riesce perfino a dormire quasi abbondantemente. Arrivederci Cina!