Luelo attraversano la Sardegna in bici!

           26 Aprile-2 Maggio 2008


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Elenco completo dell'attrezzatura

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Lu e Lo hanno deciso di fare una vacanza in bici in Norvegia, e quale posto migliore della Sardegna per provare l'attrezzatura?! Si organizza rapidamente e presto ci si incontra a Genova: Lu arriva da L'Aquila in bus/treno e Lo (piu' agevolmente) da Pavia. Si corre al porto, perche' c'e' pochissimo tempo e in un attimo siamo gia' sul traghetto. Lu purtroppo non ha fatto in tempo a lasciare (come da programma) al deposito bagagli lo zaino e gli scarponi e tocchera' a Lo trasportarle gli scarponi legati sul portapacchi anteriore!! Questo rende ancora piu' pittoresca la sua bicicletta gia' abbondantemente flamboiant. La nave e' bellissima e ci godiamo un magnifico tramonto telefonando al povero dottore che doveva venire con noi, ma e' rimasto a casa per una spalla lussata. Lo si stende sulle poltrone e ronfa sonoramente, mentre Lu, spossata dal viaggio infinito, riesce addirittura a dormire un'ora intera! A Porto Torres pausa sul molo per razionalizzare il bagaglio, ma veniamo prontamente cacciati: vietato sostare li'. Tappa di trasferimento fino a Oristano, inframezzata dal primo intervento oftalmologico per Lu. Pare, infatti, che abbia delle calamite per insetti negli occhi e, se c'e' un moschino nel raggio di un paio di chilometri, questo debba necessariamente finirle nel bulbo oculare. Lo, alla fine del viaggio, avra' accumulato abbastanza esperienza per aprire una clinica oculistica specializzata. Anche lungo questa statale a grande scorrimento la Sardegna e' molto bella, in piena primavera con fiori e pecore dapertutto. Ci si ferma da un simpatico benzinaio a mettere benzina nel fornello, sotto gli occhi divertiti di un automobilista che chiede "che ci state a fare qui?" Ad Alghero, c'e' l'ormai tradizionale picnic sulle imponenti mura spagnole, guardando dall'alto la scogliera e mangiando le fantastiche seadas, i dolci fatti di ricotta. Lu guadagna 1000 punti-paradiso cedendo l'ultima a Lo!! Si parte per l'Alghero-Bosa, una bellissima strada costiera che 4 anni fa ci aveva massacrato per il troppo vento. Oggi, invece, ce la gustiamo tutta senza problemi: la strada e' molto stretta e poco trafficata (tranne per i maledettissimi motociclisti, gli scoppiasse 'na rota in curva ai 90 all'ora). La pedalata e' molto gradevole osservando gli strapiombi sul mare da una parte, e i fiori e i rapaci dall'altra, ma all'ultima salita la fatica si fa sentire e ci si ferma a mangiare le provvidenziali banane che la previdente Lu aveva acquistato: che invenzione meravigliosa. La crema solare inizia a scorrere a fiumi, Lu sembra abbia i calzettoni rossi, visto che i pantaloncini da bici le bloccano l'abbronzatura a meta' coscia!! Una lunghissima e graditissima discesa ci porta fino a Bosa. Lu ha inaugurato la sua bellissima bici nuova e vorrebbe fare altri 10 km e 300m di dislivello per arrivare ad un agriturismo ancora piu' a sud. Lo muore al solo pensiero e rinviene solo grazie al B&B della signora Madalena che per fortuna ha ancora una stanza libera a pochi passi dal centro di Bosa. Un bagno bollente rimette a nuovo il malandato Lo, e via fino alla pizzeria consigliata dalla signora. Peccato che si dimentichino di fare la pizza per Lo che deve quindi assistere sconsolato al luculliano pasto di Lu (pasta-cozze e frittura di pesci), sgranocchiando una gamba del tavolo per placare i morsi della fame! Finalmente arriva anche la pizza di Lo, che la aspira da una narice perche' non ha piu' la forza di masticare. La mattina dopo ci aspetta una colazione infinita. La signora ha una graditissima (quanto improbabile) teoria secondo cui i ciccioni sono tutti e soli quelli che saltano la colazione. Le spolveriamo tutto (biscottoni, marmellata fatta in casa, brioche, pane artigianale, biscotti integrali, grancereali, nutella), mentre lei ci descrive gli enormi problemi che sta avendo Soru, il presidente della Sardegna, che ha fatto il decreto "salvacoste" per evitare la speculazione edilizia. Speriamo che non glielo facciano rimangiare, le coste solo cosi' belle in Sardegna! Partiamo di buona lena, cercando per quanto possibile di mantenerci sulla costa. Ci si ferma per pausa-gelato in un buffo baretto a Sennariolo che ha una enorme macina di pietra per tavolino. Un cavallo occhieggia da dietro un muro dipinto con un murales che descrive proverbi sardi. Anche se il traffico e' ridottissimo, scendendo da Cuglieri decidiamo, su suggerimento di Lu, di prendere delle strade super-secondarie (che si riveleranno anche non asfaltate!) Ottima scelta! Ben presto ci troviamo perduti in viottolini in mezzo al nulla accompagnati solo dalle pecore. Ci si ferma a mangiare in faccia ad una scogliera verticale a picco sul mare: il panorama e' spettacolare e il gps segna ben 54m sul livello del mare. Lu e Lo si concedono un ottimo picnic a base di pane e pomodori. Lu si fa un pisolo sul telo termico di Lo, e quindi si abbrustolisce delicatamente (meno male che non mancano i cespugli di rosmarino per insaporirla ben bene). Lo, invece, scala la scogliera e va a fare un giro nella spiaggia di levigati ciottoli li' sotto. Peccato che ha lasciato il costume sulla bici e quindi gli tocchera' fare il bagno nudo come un verme, ma tanto non c'e' nessuno. Si procede fino alla magnifica spiaggia di Is Arenas, ma ci sono troppi campeggi e non riusciamo a capire come si arriva fino in spiaggia. Decidiamo quindi di proseguire lungo la strada fino allo stagno di Benas. Fermiamo una macchina per chiedere indicazioni, ma ci rispondono in Australiano! Si chiarisce l'equivoco: l'australiano e' il cugino di una graziosa sarda che aveva deciso che noi sicuramente eravamo stranieri e quindi aveva fatto parlare lui! La macchina e' piena di vocianti allegri ragazzi che tornano dal mare e lei ci da' qualche buon consiglio sui posti da vedere. Lu decide di togliersi gli occhiali da sole e riesce ad ottenere un insetto in un occhio in soli 40m di strada: un vero record! Dovrebbe affittare i suoi occhi a un entomologo, e' un ottimo strumento per fare campionamenti di popolazione. Ci fermiamo ad una stalla a chiedere l'acqua per l'ennesimo intervento oftalmologico. Il contadino mostra orgoglioso le sue enormi mucche e si lamenta sonoramente del sistema delle quote latte: dice che lui potrebbe riempire le sue quote in una sola mattina di mungitura! Ce l'ha con il governo e dice che non chiede certo assistenzialismo, ma di poter lavorare con dignita' con quello che sa fare. Lo annuisce comprensivo: a chi lo dice!! Si riparte verso lo stagno di Is Benas, che e' chiuso da un cancello, ma dice il contadino delle mucche che e' abusivo e comunque non ci sono problemi se passiamo con le bici. Dopo aver girato un po' lungo la brughiera ci troviamo su una bellissima scogliera. Lu e' gia' in modalita' stupratori/ladri/assassini e guarda con sospetto un signore che si aggira con un fardello sottobraccio: che sia un cadavere smembrato? Lo si avvicina e fa amicizia. E' un simpatico bird-watcher con il fedele giubbotto sottobraccio. Lu entra in sollucchero mentre quello snocciola dati avicoli. Lo si appisola al diciassettesimo capitolo dell'enciclopedia dei migratori. Li' vicino c'e' una antichissima torre di avvistamento e si decide di dormire li', nascosti in un boschetto. Una fantastica pastaccia al ragu' star (un'istituzione nei viaggi luelo) e poi dritti nei sacchi a pelo, guardando le numerose stelle sopra di noi. La mattina si decide di fare il bagno nella magnifica scogliera sotto la torre. Lo riesce a infilare l'unghia del mignolino del piede sinistro per doversi poi ritrarre completamente surgelato. Lu invece sguazza allegramente per una mezz'oretta e riesce perfino ad usare la maschera da sub che Lo si e' portato dietro. Che le leggi della termodinamica non si applichino a lei? Lo si gode il sole dagli scogli. Piu' tardi si prosegue la sterrata fino al paesino li' vicino e troviamo delle magnifiche spiagge con pochissime persone. Ci si ferma a Putzu Idu per un fantastico gelato cioccolato-arancio e per comprare i pomodori. Ci fermiamo a mangiare un po' piu' avanti, nuovamente in mezzo al nulla: un'altra altissima scogliera con rocce strapiombanti, dove bisogna scalare per scendere. Nuovamente Lu si fa un pisolino, mentre Lo scala fino al mare, e stavolta si ricorda anche di prendere il costume! Andando verso Oristano, si fa volentieri una lunga deviazione fino al mare dove, come ci aveva promesso la sarda col cugino australiano, veniamo accolti da una incredibile spiaggia di quarzo bianco. Decidiamo di proseguire e di provare anche la successiva deviazione per il mare, ma le nostre scadentissime cartine ci giocano un bel tiro: dopo un giro di 15km, ci troviamo ad una spiaggia a 300 metri di distanza dalla precedente!!! Comunque ne e' valsa la pena, perche' le spiagge sono bellissime e completamente deserte, fatto salvo per un paio di camper tedeschi (uno dei quali e' in assetto da attraversamento Sahara!). Proseguiamo verso sud su una sterrata che non appare in nessuna cartina, e ci fermiamo dietro una serie di dune in faccia al bellissimo mare. Spingiamo faticosamente la bici sulla sabbia fino alla spiaggia. Una nuvola di zanzare si viene a posare gioiosa sul nostro accampamento (il tradizionale telone verde posato sulla sabbia). Lu, ottimista e sicura di se', "Non ti preoccupare, sulla battigia le zanzare non vanno mai, fidati di me che vado al mare da sempre". Infatti, mentre cuciniamo una pastaccia con i piedi praticamente nel mare, veniamo spolpati con gusto da quelle ignoranti zanzare che evidentemente non conoscevano la regola della battigia. Il posto e' talmente bello e la pasta talmente buona che le ignoriamo e ci spolveriamo la cena con gusto! La notte e' un po' agitata a causa delle zanzare che riescono ripetutamente a infilarsi pure nei sacchi a pelo, ma il rumore della risacca e' talmente rilassante che Lu riesce a dormire perfino una decina di minuti! Invece, Lo usa il tubo della maschera (che per il gelo del mare sarebbe stato inutilizzato altrimenti) per sigillarsi nel sacco a pelo e ronfare tranquillamente. Viene solo risvegliato dalle belluine urla di Lu: si sta per mettere a piovere, viene l'alluvione, la catastrofe, cataclisma, calamita', diluvio universale! Lo monta rapidissimamente la tenda mentre cadono le prime gocce. Naturalmente, appena la tenda e' pronta e tutto e' sistemato a dovere, la pioggia cessa come per magia e accade un'alba fantastica! Lo sguscia dalla tenda e si gode i primi raggi del sole con un'ultima ronfata. Si prosegue verso sud, sperando che la sterrata porti fino a Tharros, antica citta' fenicia. Cosi' e', e visitiamo la zona archeologica, dove Lu incontra una sua collega di dottorato. Suo marito confessa che ci aveva scambiato per tedeschi, visti i nostri eccentrici mezzi di locomozione e abbigliamento. Lu e Lo si accodano ad una gita scolastica per scroccare le spiegazioni della guida, ma la verve di quest'ultima e' tale che Lo entra in coma depasse' da noia e Lu deve improvvisare una rianimazione cardio-polmonare. Certo che i Fenici si erano scelti un bellissimo posto! Scogliere, brughiere, stagni e spiagge. Chissa' perche' la citta' moderna di Oristano e' molto distante da qui. A Oristano ci si ferma a fare un picnic nella piazza principale e poi si prosegue verso sud. Lu decide un'arbitraria deviazione di 10km per evitare 1 km di strada statale. Lo si deve piegare a questa stakanovista del pedale e ci addentriamo nel nulla, sotto allo sguardo divertito di un contadino alla guida del suo trattore. In realta' Lu ha avuto un'ottima idea, in quanto ci troviamo a costeggiare un bellissimo stagno salmastro(?) pieno di animali, tra cui i fenicotteri rosa, cavalieri d'italia, aironi, garzette e pinguini svolazzanti. Il binocolo che Lo ha oculatamente portato con se' cambia mano in continuazione. Telefona Andrea per proporre una gita di sci alpinismo(!!) a Lo: che buffo pensare che nelle alpi c'e' un sacco di neve qui siamo praticamente in piena estate! Si procede fino ad Arborea dove capiamo perche' il latte in Sardegna si chiama sempre cosi': ci saranno milioni di mucche e stalle. Il paese sembra uscito dall'Argentina: basse casette sparse e cortili fangosi. Nella piana di Arborea c'e' una rete incredibili di piste ciclabili bellissime, con tanto di segnaletica orizzontale e verticale. Roba cosi' si era vista solo in Germania e ce le godiamo per un bel po' di chilometri. Seguendo la cartina di Lu, che promette un ponte, ci spingiamo fino a Marceddi', e ci troviamo davanti ad uno spettacolo imprevisto: sembra improvvisamente di essere catapultati nella brughiera scozzese intorno a qualche Loch! Prati verdissimi con bassi cespugli sparsi digradano dolcemente verso questo enorme lago/fiordo. In lontananza si scorgono delle verdi montagne dalle forme stranissime! Dove pippetta siamo finiti?!? Il paese e' perso in mezzo al nulla, ma per fortuna il ponte c'e'. Attraversiamo e ci dirigiamo verso la localita' dal suggestivo nome di "torre dei Corsari"! Chissa' che tesori e galeoni troveremo. In realta' si rivelera' un posto turistico, ma dove per fortuna la speculazione edilizia e' stata tenuta a freno: si tratta di una distesa di case vacanza, ma tutte nascoste tra gli alberi e ben distanziate. Un bell'esempio di turismo sostenibile. Ci fermiamo in un fantastico B&B dove si puo' mangiare su un balconcino che domina la baia di fronte a noi. Una doccia bollente ci rimette in sesto. Il letto ha un buffo baldacchino fatto di zanzariera e Lu, provata dalla nottata precedente, si preoccupa vistosamente, ma inutilmente per fortuna: niente zanzare (o quasi). La cena, cucinata nel bel giardinetto, e' una fantastica pastaccia al pesto, anzi un pesto con qualche maccherone dentro, proprio come piace a Lu! A letto prestissimo per una solennissima dormita. La mattina dopo facciamo conoscenza di una simpatica coppia che viene ("purtroppo" dice lui) da Arcore. Lui e' un bird watcher e ci fa provare orgoglioso il binocolo swaroski che e' il sogno di Lu. Lu lo interroga sul meraviglioso rapace che avevamo visto la sera prima negli ultimi tornanti prima del paese, ma non si riesce a capire cosa fosse, se uno struzzo o un pinguino disorientato. La colazione e' sul balconcino che guarda al mare, e, anche se non c'e' il bendidio della signora di Bosa, il fantastico panorama che si apre sotto di noi compensa abbondantemente. Si procede con calma verso sud e facciamo una deviazione verso la marina di Arbus. Anche qui la carta promette strade sterrate, ma vista la precedente esperienza non ci facciamo scoraggiare e veniamo abbondantemente premiati da posti bellissimi e completamente desolati. Ad un certo punto la strada finisce e ci tocca fare un paio di guadi con la bicicletta per procedere sullo sterrato. Lu guarda atterrita Lo che, pur avendo la sua fedelissima mountain bike, quasi finisce con la faccia a mollo nel fango!! Lo, cavallerescamente, decide di fare lui il guado per Lu, e riesce nella difficile impresa (considerato che la bici di Lu ha le ruote del 28) di farle finire la catena nell'acqua! Bisogna fermarsi una decina di minuti a farla asciugare. Ci supera un SUV da cui una distinta signora milanese ci guarda impettita e sigillata nella sua aria condizionata! Non si sa se e' stato piu' forte il compatimento della signora verso di noi o il nostro verso di lei, ingessata dentro quel catafalco di automobile. Ad ogni buon conto, le auguriamo che le si spezzi un semiasse o il monoblocco del motore. Di li' a poco usciamo nella spiaggia del rio Piscinas, dove c'e' un discreto albergo nel mezzo del nulla piu' assoluto. Spingiamo le bici sulla spiaggia e facciamo un bel picnic spalmando il pesto avanzato sui tarallini: sicuramente i signori sulla spiaggia ci avranno preso per crucchi ignoranti! Per procedere bisogna rientrare verso l'interno e inizia una serie infinita di salite sotto un sole cocente in mezzo ad antiche miniere abbandonate. Lo termalizza a 12000 gradi centigradi e l'arrivo dell'asfalto non migliora la situazione. Lu, immune alla seconda legge della termodinamica, non sente neanche caldo. Lo si deve fermare ripetutamente a far svaporare il radiatore, immergendo il suo buffo cappello anti-sole nel torrente che scorre li' vicino. Il sudore scorre a ettolitri ed e' costretto a sigillare le sue borse. Lu non essuda neanche un picolitro!!! Ma come fa?!?! Finalmente arriviamo al passo Bidderdi (quasi 500m) e possiamo scendere! Si ritorna verso il mare e ci fermiamo per una pausa tecnica a Buggerru. Lo entra in un supermercato, compra un litro di sugo di ananas e se lo scola di un fiato. Lu si gusta un ottimo gelato. Troviamo anche degli ottimi dolci e il mitico pane alla ricotta, dove nell'impasto si mette anche la ricotta: una delicatezza sopraffina. Le ragazze del supermercato sono molto simpatiche e vorrebbero farci comprare tutti i loro dolcetti: ci tratteniamo a malincuore. Anche se la zona e' bellissima (scogliere a picco e pinete su dune che degradano verso il mare), il paese e' di una bruttezza stucchevole, e decidiamo di proseguire. La pedalata serale e' molto gradevole e rilassante e Lo si riprende dall'incubo del pomeriggio. Ci si ferma a Cala Domestica. Il posto e' completamente perso nel nulla e Lu inizia a vedere ovunque i tradizionali maniaci/stupratori/assassini. In realta', la spiaggia si rivela essere piena di camper e tende di gente che fa campeggio libero e Lu si tranquillizza a vista d'occhio. Arriva pure un gruppo di sardi con tenda e gruppo elettrogeno per fare andare la loro chitarra elettrica!! Per fortuna si limiteranno a quattro strimpellate e non ci tocchera' sorbire il concerto di Trash Metal che gia' temevamo!!! Lu fa amicizia con Chiara, una ragazza di Perugia molto interessante che viaggia da sola con la tenda e ci racconta dei suoi viaggi da sola in giro per il mondo. Ci raccomanda vivamente la Colombia che le e' piaciuta moltissimo, e ascolta interessata del giro in sudamerica di Lo. Lei e' veramente molto gentile e ci invita a condividere la sua ottima carne di pecora che sta grigliando su un barbecue portatile. Noi le offriamo la pastaccia al tradizionale ragu' e i dolcetti che avevamo preso a Buggerru... La cena e' molto allegra e chiacchieriamo spensierati: lei vuole andare a visitare la riserva di Lu per trovare le penne dei rapaci. Chiede curiosa del gatto di Schroedinger e Lo deve improvvisare una spiegazione su uno dei fenomeni piu' astrusi della meccanica quantistica! Il mattino dopo non si riesce a fare il bagno perche' l'acqua e' troppo fredda, ma il posto e' meraviglioso. La pedalata e' di nuovo faticosa per via di una ripidissima salita (ma non eravamo venuti in Sardegna per evitare i dislivelli?!?) Purtroppo la discesa e' praticamente verticale e tutto lo sforzo della salita viene rapidamente vanificato, anche se Lo si prende la soddisfazione di spingere la sua bici fino oltre i 70 km/h sotto lo sguardo terrorizzato di Lu che prontamente estrae un cucchiaino per raccoglierne i resti. Effettivamente con la bici cosi' carica i freni non vanno un granche'!! Facciamo una deviazione fino a Masua che Andrea ci aveva promesso essere il posto piu' bello della Sardegna. Effettivamente, e' bellissimo, ma siccome oggi e' il primo maggio ci saranno 12000 persone sulla spiaggia e un traffico infernale sulla microscopica stradina. Decidiamo quindi di proseguire. Peccato che l'enorme complesso minerario nella caletta non sia visitabile... Proseguiamo per spettacolari strade secondarie fino alla spiaggia di Fontanamare. Si e' alzato un vento teso fortissimo e il mare e' zigzagato da windsurf e kite-surf. Il parcheggio della spiaggia e' fitto di un mondetto di surfisti austriaci/tedeschi molto pittoreschi. Ci si ferma per il tradizionale picnic sulla spiaggia, guardando le incredibili evoluzioni dei surfisti. Quelli con i kites vincono senza dubbio: il loro sport e' molto piu' elegante e, anche se sono piu' lenti dei windsurfisti, riescono a fare spettacolari salti di parecchi metri con una naturalezza invidiabile. Un orgoglioso kitista pelato, ci mostra come, tirando una leva, si riesce a sollevare sulla spiaggia di parecchi metri per poi atterrare poco piu' in la' "e' come un ascensore!" ci grida estasiato. L'entusiasmo e l'adrenalina sono veramente contagiosi e Lu e Lo si innamorano vistosamente di questo elegantissimo sport. Si procede (per fortuna con il vento a favore!) verso sud con sosta-gelato a Portoscuso, una cittadina industriale, dominata da enormi stabilimenti con torreggianti ciminiere. Quindi in Italia esiste ancora l'industria pesante! A fianco delle case popolari c'e' un campetto da calcio su cui occhieggia un cartello che dice che esso e' un dono della fabbrica di alluminio. Il gelato sul porto e' buonissimo e Lu si scofana il gelato seguito a ruota da un enorme frappe' da venti litri. Dopo aver fatto scorta di acqua alla capitaneria (sara' potabile?) proseguiamo verso sud. A Bruncu Teula prendiamo una strada sterrata che segue la linea di costa attraversando numerose pinete che digradano sul mare. Di fronte, poco distante, c'e' l'isola di S. Antioco. Seguendo una stradina secondaria che parte da una stradina secondaria, ci troviamo in mezzo ad una pineta in mezzo al nulla. Ottimo posto per passare la notte e ci gustiamo fagioli e chili guardando il tramonto sull'isola di S. Antioco di fronte a noi. Il giorno dopo ci si sveglia di buon'ora per una volta: ci attende una lunga tappa di trasferimento fino a Cagliari. Purtroppo parecchi chilometri dopo Carbonia la strada diventa inaspettatamente a 4 corsie (maledette cartine: la segnavano come secondaria). Per fortuna una delle corsie e' chiusa al traffico per lavori e possiamo procedere fino al primo svincolo dove svicoliamo verso Iglesias: ci tocchera' fare un bel po' di chilometri in piu', ma la pedalata nella piana di Iglesias e' molto piacevole, anche se siamo veramente immersi nel nulla. Peccato che don Arrigo non e' piu' il vescovo di Iglesias, altrimenti potevamo andare a farci offrire i pasticcini (o forse no, visto lo stato pietoso in cui ormai siamo!) A Villamassargia pausa pranzo, dove si ripete la scena del sugo di frutta scolato di un fiato. Il posto e' abbastanza rustico e in breve diventiamo l'attrazione principale del paese, mentre ci gustiamo il picnic acquistato al forno del paese. La strada e' ora piu' tranquilla, ma a Cagliari ci attende una sgradevolissima sorpresa. Non c'e' verso di entrare in citta' in bici: ci sono solo autostrade/superstrade. Chiediamo sgomenti informazioni ad una autoctona che ci dice che a Cagliari nessuno va in giro in bici. Dopo aver girato come asini, ci troviamo dalle parti dell'aereoporto dove rimorchiamo un cicloturista olandese appena sbarcato dall'aereo che anche lui non sa come entrare in citta' (anche se lui ha una cartina molto migliore delle pietosissime nostre). Passiamo davanti ad un monastero in una locazione piuttosto improbabile, tra concessionarie BMW, aereoporto e zona industriale. Una suora gentilissima ci spiega come arrivare in citta' passando per infami stradine sterrate quasi impraticabili. Va perfino a chiamare una sua consorella che parla tedesco per confortare il cicloturista olandese, che ormai avra' raggiunto la conclusione che gli italiani sono completamente matti. Anche noi siamo del medesimo avviso: come si fa a vivere in una citta' da cui non si puo' uscire/entrare in bicicletta?! Finalmente arriviamo in centro citta' e Lu, molto gentile, si affanna a spiegare all'olandese tutti i posti che abbiamo visto. Lo, piu' proficuamente, va all'ufficio informazioni e chiede dove trovare un buon forno per i dolcetti sardi. Il forno si rivela purtroppo chiuso, ma di fronte c'e' una gelateria a cui bisognerebbe assegnare una medaglia d'oro al valore civile. Lo si gusta il gelato migliore mai avuto, cioccolato-extradark e pere-noci!! Lu non e' da meno ed esce con una torre di gelato, per leccare la quale ha bisogno di piccozze e viti da ghiaccio! Al porto stanno imbarcando delle antichissime Bugatti che hanno fatto il giro della Sardegna. Chissa' quanto darebbe zio Michele per essere qui. Lo si chiede se sia piu' scomoda la sua attrezzatissima bicicletta o le spartanissime Bugatti da competizione 1920. Il gps e' fermo su 514 km, superaction! Il traghetto e' molto piu' spartano dell'andata, ma ora abbiamo una fantastica cabina! Ci accomiatiamo dalla Sardegna con un'ottima focaccia sgranocchiata sul ponte di poppa, mentre ci allontaniamo da Cagliari. A presto!