Viaggio a Washington 24-25 Gennaio 2004


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Washington non c'e' una vera citta' con la gente (almeno io non l'ho vista...): c'e' un'enorme spianata con il campidoglio da una parte, la casa bianca dall'altra e tutti i musei in mezzo. Per il resto sono solo uffici e alberghi eleganti. Penso che sia una citta' noiosissima da viverci!!! Comunque ho visto un sacco di belle cose. I musei sono proprio spettacolari.  Ecco la cronologia:

Saliamo tutti sull'aereo: subito, naturalmente scelgo il posto migliore, ma tanto la hostess (ridendo, la strega) ci dice che l'aereo e' rotto ed e' very sorry, ma dobbiamo tornare al gate. Mi tocca telefonare alla lucia (che mena gramo ancora di piu') e alla mia sorelluccia (tragedia!) per fare passare il tempo.  Alla fine si arriva a Washington: riesco a tenere acceso il mio gps per tutto il viaggio, e devo dire che (tranne per l'orizzonte artificiale e la velocita' relativa) ho praticamente tutte le informazioni che ha il pilota: velocita' reale, posizione, altitudine, rateo di salita, direzione, distanza, tempo stimato per l'arrivo, ecc. ecc. Appena arrivo, chiamo il tizio da cui dovevo andare a dormire: sul sito web aveva una bella casetta che fa da bed and breakfast. Mi ha detto che devo passare subito, perche' poi lui deve andare via. Per fortuna e' a due passi dalla fermata CUA (catholic university) della metropolitana e ci si arriva molto facilmente. Mi guardo intorno e non c'e' una singola persona bianca, tranne il proprietario del b&b: devo essere finito in uno dei quartieri "black". Il posto e' molto carino: ho una stanza enorme con bagno infinito (con perfino la lavatrice). C'e' anche la cucina, ma non usero' un bel nulla di tutto cio' (tranne il letto e la doccia). Infatti mollo un paio di cose e approfitto del personaggio che deve andare in citta' per farmi dare un passaggio. Mi fa vedere orgoglioso la catholic university e mi molla in Pennsylvania avenue (notare che la casa bianca fa di indirizzo 1600 Pennsylvania Av). Vado subito a recuperare i biglietti per il campidoglio (che vanno a esaurimento), e infatti riesco ad ottenere un posto solo nell'ultimo giro alle 15:30. Nel frattempo mi dirigo al natural history museum che la lucia ha consigliato (naturalmente). In realta' si rivela orientato piu' verso i bimbi con diorami molto semplici per far vedere gli animali e i dinosauri. Il filmino-cartone animato con l'evoluzione dei mammiferi e' comunque molto simpatico, con un topaccio tutto spelacchiato che, apparentemente, e' il comune antenato di tutti i mammiferi (escludendo sistermoster, che non e' neppure vertebrato, figuriamoci un mammifero). Il topo organizza una festa di famiglia a cui invita tutti i mammiferi, dalle balene ai pinguini (sento gia' gli strilli di lucia). Pare ormai completamente accreditata la teoria che i dinosauri si siano estinti per via di un urto con un corpo celeste in messico una 50ina di milioni di anni fa. Ci sono le descrizioni di varie ricerche scientifiche tra cui un carotaggio fatto al largo delle coste del messico con evidentissime le tracce dell'esplosione. Nella sezione di geologia-meteorite, c'e' un'intera parete che e' una sezione di montagna in cui c'e' l'evidenza dell'impatto. La ricostruzione dice che si e' creato uno tsunami di un chilometro di altezza che ha praticamente devastato gran parte dell'america. L'onda d'urto e' bastata ad incendiare gran parte delle foreste mondiali. L'understatement del filmino fa sorridere 'It all began with a bad day for the dinosaurs'. Pare che nel giro di poche ore si siano estinte intere specie e praticamente tutti i dinosauri nel giro di pochi anni per via dei mutamenti climatici in seguito al cataclisma. Un bel monito su quanto e' fragile la vita sulla terra!! La parte di meteoriti contiene anche varie rocce lunari con tanto di cassettina di alluminio con cui tali rocce sono arrivate dalla luna. Nella stanza a fianco ci sono le gemme: vari diamanti e pietre preziose, ma la cosa piu' bella e' una enorme sfera di quarzo e il diamante azzurro Hope guardato a vista da due poliziotti tra i commenti scemi di tutte le signore sbavanti. Pare che la gente vada a questo museo solo per vedere tale diamante! E' molto piu' interessante, in realta, una teca di vetro con due rarissimi esemplari di giant squid (non mi azzardo una traduzione, senno' la lucia mi da' in pasto ai suddetti graziosi animaletti). Pare che nessun uomo ne abbia mai visto uno vivo. Il filmino mostra uno scienziato che ne fa l'autopsia con gusto, coperto di bava fino ai capelli mostrando orgoglioso l'esofago: "come fara' un animale cosi' grande a sopravvivere con un esofago cosi' piccolo?". Gia': e' proprio una domanda quasi esistenziale che sicuramente merita notevoli approfondimenti... Infatti lo scienziato approfondisce immergendosi (ridere prego) in un batiscafo alla vana ricerca del giant squid al largo della nuova zelanda. Lascio lo scienziato alla sua personale battaglia con il senso della vita e corro alla library of congress. La Fra' (moglie di vittorio che fa la bibliotecaria) dice che essa e' LA biblioteca dei tempi moderni. Qualcosa tipo quello che una volta era la biblioteca di Alessandria. In effetti la guida (un vecchietto volontario logorroico, ma in fondo simpatico) conferma che ci sono tra 20 e 30 MILIONI di libri e che non sanno piu' dove metterli. La struttura e' anche molto spettacolare, anche se VERAMENTE kitsch!  Pesantissimi marmi colorati, statue come se piovesse e terrificanti mosaici e affreschi che la guida ci illustra con estenuante puntigliosita'. Per provocazione gli chiedo come mai una orgogliosa repubblica come gli USA mettono dei fasci (simbolo prima imperiale e poi fascista) proprio sul portone di ingresso... Naturalmente il vecchietto, per nulla intimorito, si lancia in una minuziosissima spiegazione di tutti i simboli della biblioteca e, nella sua teoria, il fascio rappresenta l'unione degli stati (uno dei motti degli USA e' "united we stand"). Dopo la dettagliata spiegazione, mi devo districare dall'ammasso di ragnatele che nel frattempo mi hanno avviluppato, ma sopravvivo. C'e' in esposizione una bibbia di Gutenberg (una delle sole tre copie stampate su pergamena in esistenza) e di fronte c'e' un manoscritto della stessa epoca per confronto. Non c'e' molta differenza, devo dire. Anche perche' la bibbia di Gutemberg e' stata tutta ritoccata e decorata a mano. La sala di lettura (molto famosa) si puo' vedere da un balconcino, mentre la guida ripete circa 10 elevato alla 25 volte che non si puo' usare il flash se vogliamo fare le foto. L'architettura e' anche qui molto pesante con marmi di almeno 14 sfumature di colore diverse che non si armonizzano affatto. Il soffitto e' un affresco in cui le piu' alte vette della civilta' vengono raffigurate. Si inizia con gli egiziani, e si termina con gli americani (naturalmente), che contribuiscono con la scienza. Ci sono anche gli ebrei (per via della religione!). L'Italia e' l'unica nazione che appare due volte (per la civilta' Romana e per il rinascimento). Dopo si va a visitare il campidoglio: il freddo e' potente, ma per fortuna tiene lontani i turisti e la fila e' praticamente inesistente. La guida (una vecchietta) non e' volontaria questa volta e si raccomanda mille volte di non allontanarci e di non toccare nulla. Naturalmente la paranoia da september 11 e' qui al massimo. Dopo tutto e' giustificabile, visto che il quarto aereo era probabilmente diretto qui o alla casa bianca. La signora ci racconta che quel giorno e' uscita dal palazzo correndo: il palazzo era stato fatto evacuare visto che si erano accorti che un aereo era diretto li'. Dice che correndo si e' girata a guardare (pensando fosse l'ultima volta) il campidoglio e aveva visto il fumo sollevarsi dal pentagono dove lavorava suo marito. Per fortuna il marito era fuori citta' e si e' salvato, ma il suo ufficio e' stato distrutto... Il campidoglio non e' niente di speciale. Anche qui, come nella biblioteca, molto sfarzo e poca eleganza. Comunque si vede che, ingenuamente, i costruttori hanno cercato di emulare i grandi palazzi europei con corridoi, scaloni, lampadari di cristallo e cupoloni. L'effetto non e' riuscito. Un dettaglio divertente e' che ogni stato puo' dare due statue di propri cittadini illustri e si va dal ciccionissimo re hawaiano all'astronauta dell'Iowa. La virginia ha offerto la statua di George Washington (il sommo patriota) e del generale Lee (il sommo anti-patriota). Finita la visita c'e' appena il tempo di fare un rapido giro alla national gallery. Purtroppo tutti i musei (TUTTI) chiudono presto. Infatti riesco a malapena a capire dove e' la sala degli impressionisti che mi sbattono fuori. Riesco a vedere che ci sono un paio di quadri spettacolari, ma tornero' il giorno dopo. L'air and space museum (di fronte) chiude mezz'ora dopo, quindi faccio un salto di corsa e riesco a studiarmi il LEM (l'unico modulo lunare originale che non sia attualmente sulla luna) e a farmi fotografare da un turista austroungarico mentre letteralmente tocco la luna. Infatti c'e' una roccia lunare che si puo' toccare!! L'unica in tutto il mondo!! Mi faccio sbattere fuori anche da questo museo e decido di visitare il mausoleo di Lincoln. La temperatura si aggira ormai intorno al millikelvin, ma non mi faccio spaventare. Fa cosi' freddo che la piscina davanti al mausoleo (quasi interamente svuotata per lavori in corso) e' completamente gelata. E cosi' mi avvicino al mausoleo da una prospettiva insolita, cioe' dal centro della piscina!!  La statua di Lincoln e' abbastanza impressionante e noto come tutti gli elementi architettonici sono ripresi fedelmente dagli antichi templi greci. I colossali capitelli sono assolutamente identici a quelli di selinunte (compresi i fregi circolari)!! Non riesco a notare molto altro perche' ormai il mio corpo e' alla temperatura da condensazione di bose-einstein e non c'e' molta dinamica. Scendendo i gradini, pero' ci sono due piccoli container illuminati che mi incuriosiscono. Dentro ci sono due veterani del vietnam che vendono spilline, medaglie e statuette. Chiaramente vogliono dare l'idea dei duri, ma fanno molta tenerezza invece. Mi ricordo, infatti, che li' a fianco c'e' il memoriale della guerra del vietnam. Devo dire che e' veramente toccante: e' un semplice muro di marmo nero a livello del terreno con i nomi dei morti, ma l'artista che l'ha progettato e' stato bravissimo. Si parte a livello del suolo e poi si scende in basso, per poi risalire: quindi all'inizio il muro e' alto pochi centimetri e ci sono pochissimi nomi, poi il muro si alza e i nomi aumentano piano piano finche' al centro sei sottoterra sovrastato e oppresso dal muro con migliaia e migliaia e migliaia di nomi, poi il muro si abbassa nuovamente, mentre tu risali verso il livello del parco e i nomi diminuiscono come a dire che la normalita' piano piano ritorna... Con una semplicita' disarmante l'artista e' riuscito a comunicare un messaggio molto forte. Penso che i nomi siano messi in ordine completamente casuale e infatti in apposite teche ci sono vari elenchi plastificati in ordine alfabetico cosi' i parenti e gli amici possono trovare i nomi dei propri cari (non c'e' nessun maccone o carot*). Ci sono vari fiori con biglietti dei commilitoni e familiari. Qualcuno ha anche dipinto un bastone come se fosse un serpente colorato con la bandiera americana e il motto "don't tread on me": e' sicuramente il simbolo di qualche battaglione. E' toccante, perche' si vede che e' stato fatto a mano con molta cura. In questa nazione dove puoi COMPRARE qualunque cosa gia' preparata (compreso i messaggi di condoglianze prestampati) la cosa non passa inosservata. Nonostante il freddo e il buio, c'e' una famiglia che cerca qualcuno.... Prima del surgelo totale decido che devo vedere la casa bianca. L'ultima volta che c'ero stato eravamo passati davanti in macchina. Ora non si puo' neanche passare a piedi e una guardia miintercetta e mi fa fare un largo giro. Non e' niente di troppo interessante e, dopo avere invano cercato di vedere con il cannocchiale se bush era affacciato ad innaffiare i gerani, decido di andare verso chinatown per vedere se si riesce a vedere un po' di citta' o se Washington e' solo fatta di musei e memoriali... In realta' di gente non se ne vede, e anche se effettivamente c'e' un po' piu' di vita e di locali, non mi da' l'impressione di una citta' molto viva. In fondo e' sabato sera. Forse e' il tempo che invita alla passeggiata giusto i merluzzi surgelati... Dopo un paio di giri del quartiere decido di andare verso casa dove una magnifica doccia mi riscalda il cuoricino freddo. Alle 9:30 sono gia'a letto e mi sparo una dormita degna di un re! La mattina esco presto e dopo una rapida colazione (un caricatore di biscotti, naturalmente) arrivo alla mia meta principale: l'air and space museum. Naturalmente arrivo troppo presto e devo aspettare venti minuti fuori. Ne approfitto per completare la condensazione al livello energetico fondamentale e per vedere il modello in scala uno a dieci miliardi del sistema solare. Il sole e' una pallina da tennis, la terra (qualche metro piu' in la') e' microscopica. Per arrivare a plutone bisogna camminare parecchio! Per fortuna, appena prima che mi cadano le braccia, le gambe e le orecchie, il museo si apre! Sono il primo ad entrare. Tutto sommato devo dire che le cose che avevo visto la volta scorsa erano le migliori, ma dedico l'intera giornata con religiosa devozione a studiarmi il museo da cima a fondo. Vicino all'ingresso c'e' l'aereo dei fratelli Wright (il primo mai costruito), quello di Lindembergh (che Claudio si e' raccomandato di fotografare con cura), c'e' "glamorous glenny" (il primo a superare la velocita' del suono), c'e' uno dei prototipi delle sonde Voyager e delle sonde Viking e c'e' la capsula dell'Apollo 11 con la tuta spaziale di Armstrong ancora sporca di polvere lunare. Per onesta' ci sono vari reperti russi (compresa una ricostruzione dello sputnik), anche se e' chiaro che la celebrazione e' centrata attorno agli americani. In fondo sono loro ad avere vinto la corsa spaziale... Vedendo i reperti di questo museo, ci si accorge della dominanza americana anche per quanto riguarda la tecnologia avanzata. C'e' un modello dello spacelab ed e' veramente enorme. Chissa' come deve essere spettacolare l'ISS. La zona dei reperti del viaggio sulla luna e' veramente incredibile. C'e' uno dei prototipi delle macchine lunari e ci sono un sacco di attrezzi e dotazioni degli astronauti che sono stati sulla luna. C'e' pure il "computer" di navigazione che era stato progettato all'MIT. Ce n'e' infatti uno identico anche all'MIT museum a Cambridge. Purtroppo il museo e' un po' dismesso. I reperti sono spettacolari, ma le spiegazioni lasciano un po' a desiderare, i filmini sono tutti sfocati e non ci sono tutte le attivita' che caratterizzano i musei di Boston,dove c'e' sempre qualcosa di nuovo e qualcheattivita'organizzata. Faccio un giro in un simulatore aereo (che in realta' e' piu' un videogame che un serio simulatore), ma e' divertente perche' si puo' anche andare in volo rovescio. Il mal di testa passera' solo dopo ore.... Della parte spaziale e' da menzionare quella che riguarda le sonde Voyager: la nostra unica vera finestra sui grandi pianeti esterni. Sono molto impressionanti i missili balistici. C'e' una V2 tedesca (il razzo che usavano per bombardare londra) con la foto del lager in cui veniva costruita e c'e' un SS20 americano (quelli che portano le testate termonucleari a fusione) e l'equivalente russo (che ne puo' portare tre per volta). Vengono esibiti come prova della fine della guerra fredda, visto che questa categoria di armamenti e' stata abolita dagli accordi bilaterali USA-URSS, ma fanno veramente paura lo stesso. Quella e' la morte. Guardi quei missili e sai che c'e' una probabilita' per nulla trascurabile che uno di quei cosi' ti ammazzera'. Finalmente c'e' una dimostrazione! Un ragazzo fa vedere una tuta spaziale e spiega come funziona, dando alla gente un guanto e un pezzo di gomito da toccare. Fa anche vedere come si e' evoluto il cibo degli astronauti, dalle immonde schifezze dei primi voli alle cose appena piu' appetitose di oggi. Il problema principale e' che non bisogna fare briciole: altrimenti le avrai in giro per sempre... Nello spazio non hanno il buon gusto di cadere a terra. Dopo aver visto religiosamente tutto, posso dichiararmi soddisfatto e mi dirigo alla national gallery. C'e' un quadro di Monet bellissimo e vari altri che mi piacciono molto (compreso l'unico di leonardo in america). Al contrario del museum of fine arts di Boston, questo e' un museo piu' tradizionale, dove le stanze sono disposte secondo un ordine sensato. Alle 6 il museo chiude e me ne vado a chinatown dove prendo un ottimo hamburger di fronte al palazzetto dello sport e poi via all'aereoporto. Si passa attraverso la stazione della metropolitana del pentagono, dove le pubblicita' lungo i binari riguardano elicotteri da combattimento, software per la difesa e gingilli simili. All'aereoporto inizia a nevicare forte e vanno tutti completamente in paranoia. L'aereo parte con tre ore di ritardo!!! La hostess e' isterica: poverina e' stanchissima e non ne puo' piu'. E' anche in paranoia perche' in teoria nessuno dovrebbe alzarsi e camminare per l'aereo nella prima mezz'ora di volo (sempre paranoie da september 11, visto che il pentagono e' a un paio di chilometri di distanza dall'aereoporto), ma ovviamente nessuno se ne sta seduto, visto che tanto siamo parcheggiati al gate e anche volendo l'aereo non puo' andare da nessuna parte. Sul piu' bello l'APU (il generatore di bordo) si intasa di neve e l'aereo si spegne completamente tranne per le luci di emergenza.. La Delta airlines con me ha chiuso: in due giorni con due voli di un'ora ciascuno e' riuscita ad accumulare 4 ore di ritardo! Se sommiamo le 26 ore di ritardo del viaggio dall'Italia (che grazie al voucher che mi hanno dato mi ha permesso questo viaggio a Washington) fanno una media di 10 ore di ritardo a viaggio! Complimenti!! In conclusione Washington da' l'impressione di essere un ottimo museo in cui i maggiori traguardi culturali e tecnologici raggiunti dal genere umano sono ben rappresentati. Sicuramente, pero', non e' una citta' degna di tale nome... Diciamo che e' una specie di paradiso per un archeologo del quarantesimo secolo!